Prima dell’invenzione di Photoshop, c’era Philippe Halsman. A differenza di molti fotografi, il suo stile astratto e fantasioso ha rotto le regole della fotografia del suo tempo, andando contro lo stile soft focus. Nato da una famiglia ebrea nel 1906 a Riga, in Lettonia, ha iniziato a studiare ingegneria nella città di Dresda, in Germania.
All’età di 22 anni fu vittima di uno sfortunato evento che ne ha segnato la vita: durante un’escursione con il padre sulle montagne del Tirolo, il padre trovò la morte. Purtroppo, non essendoci testimoni al fine di avvalorare la tesi dell’incidente e vista le sue origini ebree, il giovane Philippe fu accusato di omicidio e mandato in galera. Rimase in prigione circa due anni e riottenne la libertà grazie all’intercessione di alcuni intellettuali molto potenti tra i quali Thomas Mann, Freud e lo stesso Einstein, tra gli altri).
La sua carriera fotografica cominciò nel 1930 a Parigi, sotto le insegne di Vogue e di altre riviste di moda. Evitò in maniera drastica gli stili “soft focus” in voga in quei tempi, puntando al contrario su immagini ben nitide e colori scuri molto carichi, guadagnandosi in poco tempo la reputazione di essere uno dei migliori fotografi ritrattisti in Francia. Tuttavia, con l’invasione della Francia da parte delle truppe di Hitler, fuggì in America dopo aver ottenuto un visto con l’aiuto del suo amico Albert Einstein.
La grande occasione di Halsman arrivò New York quando incontrò Connie Ford, un modello che accettò di posare per lui in cambio di copie per il suo portfolio. Quando Halsman mostrò le immagini di Ford con sullo sfondo una bandiera americana, l’azienda cosmetica Elizabeth Arden decise di usare quell’immagine per lanciare una campagna pubblicitaria a livello nazionale per il rossetto “Victory Red”. Grazie alla fama conquistata con quella fotografia, un anno dopo fu assoldato dalla rivista Life per un servizio fotografico sui nuovi stili di cappelli in voga in quel comento ed uno dei suoi scatti da Life per fotografare i nuovi disegni cappello. Il suo ritratto di un modello con indosso un Lily Daché fu anche una copertina della rivista americana.
Nel 1950 Halsman fotografò un gruppo di comici dal canale televisivo NBC tra cui Bob Hope e Groucho Marx. Ogni comico si esibì mentre Halsman scattava un enorme numero di immagini, a volte anche 300 fotogrammi in una sola sessione. Fotografare i comici in azione ispirò Halsman a produrre le sue famose foto “al salto” dove grandi personaggi da Richard Nixon alla Duchessa di Windsor sono catturati “a mezz’aria” (i soggetti dovevano letteralmente saltare dinanzi alla fotocamera).
Indipendentemente dalle fotografie al salto o meno, Philippe Halsman ebbe la possibilità di ritrarre un enorme numero di grandi personaggi tra i quali, oltre i già citati Nixon e la Duchessa, di Windsor, anche uomini (e donne) dal calibro di Albert Einstein, Salvador Dalì, Marilyn Monroe, Dean Martin e Jerry Lewis, Audrey Hepburn, Marlon Brando, Anjelica Huston, Frank Sinatra, Cary Grant, Zsa Zsa Gabor, Chagall, Churchill, Matisse, Sartre, Bardot, Magnani, Lollobrigida.
La foto più famosa di Philippe Halsman fu scattata nel 1948 insieme al suo carissimo amico Salvador Dalì, la Dali Atomicus. In questo fantastico lavoro, l’artista spagnolo fu fotografato insieme a gatti, sedie, una tela e acqua che galleggiano in aria: un esempio perfetto della fotografia surrealista di Halsman. Questa fotografia è l’esempio perfetto della tecnica fotografica creata da Halsman, moldo semplicemente chiamata jumpology (al salto). L’espressione del viso di Salvador Dalì nello scatto racconta molto della fotografia essendo questa fuori dal comune, sorprendente, unico e irregolare. Durante la realizzazione di questa foto, Halsman aveva assistenti che lanciavano i gatti e l’acqua ogni qual volta Halsman era pronto per un nuovo tentativo.
Nel 1952 ebbe la possibilità di fotografare Marilyn Monroe ed una sua foto al salto fu pubblicata come copertina della rivista Life.
Tantissimi i riconoscimenti ricevuti da Halsman durante la sua carriera fotografica, tra i quali la citazione, nel 1958, del suo nome tra i dieci migliori fotografi del mondo (sondaggio effettuato da Popular Photography), la mostra del 1963 presso lo Smithsonian Institution o la menzione Newhouse , sempre nel 1963, dalla Syracuse University School of Journalism
Il 1962 è una data molto importante nella vita di Halsman in quanto, insieme a fotografi del calibro di Irving Penn, Richard Avedon, Alfred Eisenstaedt entra a far parte (ad essrre precisi ne è uno dei fondatori) della Magum.
La sua carriera fotografica è stata eccezionale e l’ha portato a girare l’Europa ed il Mondo a caccia dei suoi splendidi ritratti. Ritratti esposti, insieme al resto delle sue produzioni, nella mostra organizzata presso il Centro Internazionale di Fotografia di New York del 1979. Ironia della sorte, l’anno della morte dell’artista, il 25 Giugno nella città di New York.