Con l’avvento del self-publishing e delle blog, il panorama dei media e della stampa è cambiato. Con quasi tutte le riviste di moda, le pubblicazioni e le comunità che dei fotografi si sono sempre servite che han deciso di “cambiare pelle” puntando sul digitale (con addirittura alcune riviste che hanno cancellato la versione cartacea), il dibattito attorno all’importanza di essere un fotografo è diventato uno degli argomenti più caldi. In particolare la domanda principe è: è ancora importante, nell’era digitale, pubblicare immagini sulle riviste o sui giornali?
Pubblicare immagini sulle riviste: L’aspetto del marketing
Prima di tutto, avere un lavoro pubblicato su di una rivista vuol dire avere già una marcia in più dal punto di vista del marketing. Indipendentemente dal fatto che le vostre strategie di marketing includano o meno la pubblicità fatta in forma diretta oppure una presenza sui social media, una foto in prima pagina, oppure un editoriale nelle riviste o sui principali siti web di moda, di fotografia, di natura costituiscono dei vantaggi innegabili per il vostro nome o per il vostro marchio.
Se il vostro obiettivo è quello di portare il vostro lavoro a degli editori o anche dei clienti, usate cautela e attenzione con le riviste in cui compaiono le vostre creazioni: scegliete bene quelle da pubblicizzare, quelle da far vedere (Pubblicare immagini sulle riviste non significa sempre fare la cosa buona e non tutte le riviste fanno bene alla vostra pubblicità). Ad esempio, se venite pubblicati in riviste locali, rivolgetevi ai potenziali clienti della zona dove la rivista è stata pubblicata. Viceversa, se venite pubblicati su un sito di paesaggistica, evitate di vendervi come fotografi, ad esempio, di matrimoni.
I social media
La rete ha assunto un ruolo sempre più importante nella promozione del business moderno e, che ci piaccia o no, anche i social network giocano un ruolo molto importante e vitale in questo sistema. Se riuscite a pubblicare una vostra fotografia su una rivista che ha una presenza molto elevata sui social network, vi garantite non solo l’accesso privilegiato alla sua utenza, ma anche l’opportunità di guadagnare anche qualcuno dei suoi followers. Per le immagini, poi, la situazione è ancora più rosea considerando la facilità di ri-condivisione delle fotografie, tipica di tutti i maggiori social.
Se state inviando un vostro lavoro senza aver ricevuto una commissione corrispondente (ovvero gratuitamente), puntate alle pubblicazioni che hanno un seguito più grande possibile. Un aspetto di cui tenere conto nella vostra ricerca di quale rivista considerare è l’eco mediatica che la rivista stessa può offrirvi. Per esempio molti giornali o riviste di successo non taggano oppure non mettono un collegamento diretto all’autore della fotografia sia nell’articolo corrispondente che sui social media, il che è veramente uno spreco considerando anche che quel lavoro lo avete offerto gratuitamente proprio per usufruire dell’eco mediatica. Se il vostro obiettivo è quello di far conoscere il vostro lavoro ad un pubblico più vasto, cercate di prestare molta attenzione a questo punto. Investire tempo su qualcuno che non vi da un riscontro ma semplicemente utilizza il vostro lavoro è sia uno spreco di tempo che un danno, in quanto difficilmente potrete offrire lo stesso lavoro, la stessa immagine ad altre riviste (viene a mancare l’esclusività o la novità).
Pubblicare immagini sulle riviste: Visione e coerenza
Le immagini pubblicate o anche degli editoriali sono un ottimo modo per dimostrare il vostro stile fotografico, così come la vostra visione creativa della vita. Attraverso la scelta dell’illuminazione, della scena, dello stile, della attrezzature, della post-elaborazione, del trucco o dei capelli (se si tratta di ritratti, ad esempio) potete dimostrare tutta la vostra abilità e il vostro approccio alla fotografia (ovvero che tipo di fotografo siete).
Ricordate sempre che dimostrare le vostre capacità nel trasmettere un tema, un argomento o anche un semplice elemento in una foto pubblicata da qualche parte significa mostrare le vostre abilità a dei potenziali acquirenti. I clienti e le agenzie amano vedere che potete essere coerenti nel vostro lavoro, in particolare quando si tratta di lavoro editoriale e redazionale che già esiste in forma stampata.
Essere in grado di produrre un’immagine ad alto impatto non sempre è sufficiente. Dimostrare che siete affidabili e che potete produrre dei risultati uniformi vi aprirà il cammino per ottenere il giusto tipo di clientela.
Pubblicare immagini sulle riviste: Gratuito o a pagamento?
Ecco un argomento spinoso. Quando una propria immagine viene pubblicata, questa può essere o non essere compensata. Vi sono molti fotografi che, pur di farsi pubblicità al fine di ottenere lavori pagati in un futuro prossimo, “sacrificano” delle immagini inviandole a titolo gratuito a riviste e giornali (chiedendo in cambio la pubblicazione del nome del fotografo, al fine di ottenere visibilità). Altri che al contrario preferiscono evitare questa pratica in quanto, se un’immagine viene pubblicata da una rivista, genererà traffico. E traffico significa guadagni. E se una rivista guadagna, perché non dovrebbe corrispondere un giusto prezzo a chi ha realizzato quell’immagine?
Mediare tra queste due visioni non è facile e resta il fatto che, un’immagine pubblicata, è un’immagine di valore che “andrebbe” compensata. Proprio per questo motivo, il mio suggerimento è di personalizzare quanto più possibile l’immagine: metteteci tutto il vostro stile, osate, create insomma qualcosa che possa essere ricondotto a voi.
Occhio ad alcune riviste che inviano ai fotografi free-lance o a chi ha inviato loro lavori gratuiti delle richieste specifiche (delle linee guida o addirittura dei provini) al fine di ottenere, da questi fotografi, specifiche tipologie di immagini. Immagini che vengono ripagate con la “pubblicità”, ovvero con il nome del fotografo sotto l’immagine stessa: questo tipo di pratica è scorretta. Scorretta in quanto una cosa è usare il proprio tempo e il proprio denaro per creare un’’immagine molto personale, un’altra completamente diversa è quella di essere invitati a produrre un lavoro specifico per una rivista, ma senza che il vostro portafoglio ne tragga beneficio. Il mio invito è rifiutare categoricamente questi “inviti”, chiedendo alla rivista stessa un compenso monetario.
Pubblicare immagini sulle riviste: Quando manca il valore
Se fino ad ora abbiamo discusso circa gli aspetti di ciò che viene pubblicato, vediamo ora cosa è importante evitare.
Ci sono un numero sempre più crescente di pubblicazioni che chiedono al fotografo di pagare una commissione: tali commissioni sono spesso etichettate come una tassa amministrativa o tassa di sottomissione. Ora, come detto anche prima, ogni immagine da voi realizzata è una combinazione di talento, di tempo, di lavoro e di impiego della relativa attrezzatura. Nella produzione di un’opera ci sono sempre dei costi, quindi chiedere ad un fotografo di pagare per mostrare le sue immagini può essere molto offensivo.
Alcuni fotografi fanno quadrare questi balzelli come i costi del marketing: come la pubblicazione di un annuncio su una rivista ha un costo fisso o come una campagna pubblicitaria su Facebook o Google costa, anche il pagare per veder pubblicato un proprio lavoro può essere considerato una sorta di pubblicità. Ma cosa è giusto? Dipende da voi. Partite dal presupposto che le foto dovrebbero essere pagate. Considerate il costo pubblicitario per diffondere il vostro nome. Quindi valutate quale può essere l’impatto mediatico nel pubblicare (a pagamento) un’immagine su una determinata rivista: alla fine vi conviene pagare o è meglio soprassedere? Insomma, ha (ancora) senso pubblicare immagini sulle riviste?