Ci sono posti e luoghi capaci ci evocare ricordi e sensazioni molto contrastanti. ci sono luoghi in grado di portarci alla nostra infanzia o semplicemente in grado di stuzzicare la nostra fantasia. E tra questi luoghi un posto d’onore è sicuramente occupato dagli edifici abbandonati. E come in passato è stato per le fabbriche abbandonate, quest’oggi presentiamo un nuovo set di immagini, firmate dalla fotografa Cristina Lamberti, incentrato sulle ville abbandonate.
Oltre alle 10 fotografie che potete ammirare in questo articolo, Cristina ci ha inviato anche una piccola intervista, riportata qui di seguito:
Ho 34 anni e ho sempre avuto la passione per la fotografia. Da alcuni anni andavo alla ricerca di qualcosa che mi scuotesse dalla solita routine fotografica. Alcuni anni fa per puro caso mi trovai con i miei compagni di fotografia a fare un reportage ad una stazione ferroviaria abbandonata.
Così è iniziato il mio viaggio attraverso luoghi abbandonati cercando di documentare il nostro patrimonio artistico morire nella decadenza più assoluta.
E’ vero ci sono molte associazioni che fanno risplendere alcuni luoghi, ma non basta. Ci sono ville dell’800 che rischiano di crollare e anche se sono di minore importanza rispetto ad alcuni è davvero un peccato lasciarli marcire.
Leggendo e approfondendo presi consapevolezza che dietro tutto questo c’era una vera e propria storia sul termine urbex risalente al 1793 in Francia.
Non vi sto qui a narrare tutta l’evoluzione del termine, ma posso solo dirvi che oggi chi si imbatte in questo tipo luoghi viene chiamato Urban Explorer.
Qualcuno mi domanda: perchè tutto questo interesse per questi sudici luoghi?
In effetti molti dei luoghi sono molto sporchi e pericolosi, ma l’idea è quella di documentare la non curanza della nostra società verso questo patrimonio, che noi abbiamo, ma che non riusciamo proprio a sfruttare.
Un altro motivo per il quale mi affascinano le ville in particolar modo, è che molto spesso all’interno si trovano oggetti e mobilio che ti riportano a immaginare la vita all’interno, le persone che vi hanno abitato e il pensiero che quel luogo abbia vissuto le vite di molti occupanti e non solo di una famiglia.
Alla fine tutto questo crea dipendenza, si sta sempre con l’occhio vigile a cercare segni di abbandono, un rudere, persiane rotte, porte aperte su un edificio evidentemente abbandonato, una giungla di arbusti e siepi che denotano decisamente uno stato di incuria e abbandono.
E chiudendo vi lascio al motto degli Urban Explorer: Take only pictures….leave only footprints!!!
Nella speranza che tutti gli UE seguino questo motto. (www.photocri.altervista.org)
tutte le immagini riportate in questo articolo sono protette da copyright e proprietà di Cristina Lamberti