Nel precedente articolo di Fotografare in Digitale: speciale sviluppo del negativo, abbiamo presentato una serie di video (I video dello sviluppo) esplicativi il procedimento di sviluppo del negativo e stampa del corrispondente positivo.
In quest’articolo andremo a dare un occhio a dei procedimenti di stampa oramai in disuso ma che, dal punto di vista storico, sono fondamentali essendo la base della fotografia moderna.
Il primi due video che andiamo a presentare sono relativi alla stampa seguendo il metodo della cianotipia, inventato da l Sir John Herschel nel 1842. Ricordo che il processo si basa sull’uso del ferricianuro di potassio e del citrato ferrico ammoniacale. Questi due sali di ferro, mescolati insieme, reagiscono alla luce solare.
Il secondo video è relativo alla stampa su carta salata. Questa carta fu realizzata da Talbot (che ne creò tante) per l’uso con il procedimento della calotipia, dallo stesso Talbot messo a punto nel 1839.
Il trasferimento dell’immagine dal negativo alla carta avveniva per contatto diretto: negativo e carta erano posizionati sotto un torchetto ed esposti alla luce diretta del sole.
Il successivo video ci mostra l’uso del collodio cole legante per le emulsioni fotosensibili, usato nell’ambrotipo, inventato da Frederick Scott Archer nel 1852 e nel ferrotipo, creato da Hamilton Smith nel 1856.
Il successivo video mostra la tecnica di stampa al platino palladio. Fu Johann Wolfgang Döbereiner ad introdurre questa tecnica tutt’ora molto usata per le fotografie in bianco e nero in quanto rende le foto quasi “eterne” e restituisce una gamma di toni di grigio altissima.
L’ultimo video che presentiamo è relativo all’oleotipia. L’oleotipia fu inventata nel 1904 da G. E. H. Rawlins nel 1904, ed è del tutto simile alla fototipia. Il positivo viene realizzato su carta gelatinata, quindi inchiostrata con inchiostri grassi.